lunedì 8 aprile 2013

Capitolo 4 - La Suocera


LA SUOCERA


Da piccola, la popola viene formata dalla madre, dalle zie e dalle amiche. Tra gli insegnamenti c'è soprattutto quello di tenere la guardia quando si tratta di instaurare il rapporto con la SUOCERA!
La suocera è una specie di creatura mitologica, qualcosa da osservare da lontano, qualcosa che va vissuto con una certa distanza, e soprattutto andarci sempre coi piedi di piombo.
Il primo insegnamento che la popola riceve, è quello di: "nennè a mammà, ricordati na cosa, chi te vò bene chiù e mamma t'inganna"!
Ovviamente il discorso può apparire generico, ma nello specifico equivale a un: tua suocera è la madre di tuo marito, sappi che non potrà mai volerti bene come ad una figlia!
Sin dall'adolescenza la popola instaura rapporti con l'altro sesso, ma sono pochi i casi in cui si dirige a cospetto della tanta temuta suocera, o meglio conosciuta anche come: GNORA!
Quando si sente pronta a tale incontro, la prima questione che solleva a quest'ultima è: "sentit, comm' v'aggia chiammà: mammà , à gnò, oppure preferit che ve chiamm pe nomm?
All'inizio , sarà anche per vergogna e soggezione, la popola e la suocera vanno di pari passo, si pensa al futuro,  al matrimonio  e ai tanto agoniati nipotini.



Le prime questioni nasceranno quando entra in gioco il famigerato: RISPETTO!
Il rispetto nel vocabolario italiano, è un sentimento nei confronti  dei sentimenti altrui.
Per la popola il rispetto, è invece il fare o non fare qualcosa per apparire onnipresente e coinvolta nella vita della suocera.
Le manifestazioni principali in cui si materializza il rispetto sono soprattutto le festività, le degenze in ospedale, mortalità, e il dovere quotidiano di informare la suocera, circa la propria vita quotidiana.
Ad esempio:
- A Natale, va portato il cesto alla suocera, e soprattutto se la vigilia si passa con la propria famiglia, il 25 è d'obbligo andare a mangiare da costei
- Se i figli della figlia della suocera hanno la febbre, è un dovere fare almeno 5-6 telefonate al giorno per sapere come se la passa
- Se muore qualcuno , è obbligatorio andare a casa, e rendersi utile, magari preparando qualcosa da mangiare da casa (perchè a casa dò muorto non si cucina)
- Se si fanno progetti circa viaggi o spostamenti, la suocera deve saperlo e dare la benedizione

Laddove tutte queste cose elencate si realizzano, la popola, è la nuora ideale, le verranno riconosciuti meriti ,quando la suocera parla con le sue amiche. Meriti del tipo: no no, io non m pozz prorpio lamentà! a nuora mia s sap comportà, ten crianza e rispetto, mio figlio è andato bene!

D'altro canto invece quando le condizioni del rispetto vengono meno, al nome della popola verranno affiancati attributi quali: fetent e merd! Scustumat! e via dicendo.
Questo meccanismo creerà una reazione a catena (del tipo il cane che si morde la coda), e genererà discorsi simili a questo:
Suocera: a Natal venit a mangià a casa!
popola: no no, mammà ha itt che Natale me l'aggia fa cu ess
Suocera: vabbuò er p sapè!

Ovviamente entrambe si sparleranno a vicenda. Nel caso specifico:
la popola dirà alla mamma e alle amiche: Eh si, e chi ci va a cas e chell, a schif proprio, vo truvand o rispett, ma pecchè ess a me m'ha rispettat quand papà è iut all'ospedale?
e la mamma replicherà: vabbè chell è semp na femmena adulta, tu vacci lo stesso, pur si stai intusscat, a cattiveria è di chi a fa no e chi a riceve!

La suocera d'altro canto, parlerà con familiari e amici:
Chi schif e femmena. Sol mio figlio a putev purtà accussì  a casa! Io spero solo che chill arap gli occhi e capisce a chi ten vicino. Mo ten e prosciutt ngopp all'uocchio, ma se ne accorge chell, che femmene è! Addu me n'adda accustà proprio, io c'agg araput e port da casa mia, l'agg trattat comm a na figlia, ma ha sbagliat tropp assai!

Questo è per farvi capire che per quanto genuino possa apparire, il rapporto con la suocera per la popola, è sempre un ring sul quale combattere!

lunedì 18 giugno 2012

capitolo 3 la scheda telefonica



CAPITOLO 3. LA SCHEDA TELEFONICA

Come ogni professionista che si rispetti, anche la popola ha le sue priorità, tra cui la reperibilità. La città è inondata da operatori telefonici che attraverso il canale promoter, propongono ai passanti il cambio operatore del cellulare. A tale quesito, quasi incriminatorio, la popola reagisce nel seguente modo: “nooo, p’ammore e mammà, je me tengo la tim che piglia p tutt part”!
Ovviamente l’operatore con insistenza, continua a spiegare i vantaggi che la passante in questione potrebbe trarre da questa nuova esperienza e le dice: ma lei lo sa che anche il nostro gestore offre la massima copertura nazionale? Ovviamente a tono lei risponde: “Si ma o’ guaglione mio, e le compagne mie usano la tim, io con la tim pe tutti, ho i minuti illimitati!”
L’operatore avvilito, ma con voglia di raggirarsi la ragazza, continua dicendo: sei proprio sicura? Perché tu non sai che se passi al nostro operatore, puoi avere un iphone a zero euro con l’abbonamento.
Ed ecco i suoi occhi riempiersi di gioia, lei già sente il profumo dell’iphone, l’invidia del quartiere, la chat di facebook e il famigerato whatsapp passare per le sue mani. A quel punto munita di coraggio e capriccio, saluta il baldo giovane e gli dice: “aspè mo chiamm a papà!”
Torna a casa spiega il tutto al padre, e anch’esso gli espone le sue perplessità: “scusa ma si sicura? , no perché pur o cumpagno mio lo tiene con questi, ma nu piglia mai”
E lei titubante , ma col desiderio dell’iphone risponde: “ja papà che fa, tant mo danno gratis, io poi mi accatto una scheda della tim e la metto nel telefono piccirllo e uso quello pe chiammà”
E solo grazie a quest’opera di convincimento , Il padre convinto o almeno rassegnato, munito di codice fiscale , carta di identità e busta paga si reca dall’operatore e diretto chiede l'operazione.

domenica 17 giugno 2012

capitolo 2 - shatush




CAPITOLO 2- SHATUSH

Shatush, significato della parola: Per Shatush si intende una tecnica particolare di schiaritura dei capelli, molto più avanzata e precisa dei colpi di sole. Il risultato è quello di capelli schiariti dal sole e dall'acqua, molto naturalmente.
Ma per i napoletani cos’è lo shatush??
Incontri la ragazza media per strada, le chiedi: ciao come stai?
 Lei ti risponde con nonchalance: tutto bene, tu?
Ovviamente tu rispondi in modo cortese e del tutto naturale: si anch’io. Continui il discorso dicendo: Cosa hai fatto ai capelli, sei passata dal parrucchiere oggi? 
Lei: si si, volevo essere un pochino “Patticolare” e ho deciso di schiarirmi i capelli! solo sulle punte come Belen.




Tu con aria curiosa e maligna non aspetti altro che il momento cruciale della pronuncia, quindi con molta pazienza, ti approcci di nuovo a lei chiedendole : quindi hai fatto i colpi di sole? (prevendendo la risposta contraddittoria)
Lei a quel punto ti guarderà con aria di superiorità, come colei che ha speso 150 euro dal parrucchiere per dirti: no no, non sono colpi di sole, sono……… (3 secondi di suspance, e poi….) SHATUSHHHH! (le 4 H non fanno enfasi ma sono indicativi ai fini della dizione).
Tu a quel punto vorresti scoppiare, ma per educazione mantieni il fiato e le chiedi ancora: scusa, ma cosa hanno di diverso?!?!?
Lei ti risponderà: donano un effetto naturale ai capelli, sai la classica schiaritura da mare…
Nel frattempo però ti accorgi che a dirlo era la ragazza dai capelli bicolore!!!!





sabato 16 giugno 2012

capitolo 1 il guardaroba


CAPITOLO 1. IL GUARDAROBA

Perché perdere tempo con nero ed eleganza, quando il mondo è ricco di tessuti multicolor e animalier che catturano l’attenzione???
Ebbene si, la popola di solito, ha un guardaroba molto vasto. 20% negozio di “battaglia”, 50% mercato e 30% Logo, (giammai un abito vintage: “nu to penzà mai, ca me mettess coccos usat, io so skifettosa!)
Predilige i colori forti, i glitter, gli abiti luccicanti , tessuti e trame che abbagliano la vista ai passanti, mentre svolazza disinvolta e con atteggiamento da leader sullo scooter.
Il motto che predilige è: “chest se porta chist’anno”, mentre rovista tra i tanti stand che invadono la nostra città.
Ogni scarpa è in tinta con cintura e borsa, e guai se le vieti di indossare qualcosa che metta in evidenza un “F” di troppo, due “G” o addirittura il supremo “LV”.
L’armadio della popola, è diviso in tre sezioni più una quarta che esamineremo in un altro post : “e panni pe tutt e juorne” “e panni pe ghi a ballà” “e panni pe ascì” e l’oscura anta “de vestiti patticolari da grande occasione”!
Appartengono alla prima categoria: jeans skinny (di una taglia in meno per evitare che il pantalone sia poco aderente e possa fare difetto in un micromondo creatosi sulle sue gambe), maglioncini con scollo a V, camicie (se a body ancora meglio, così non esce fuori dai pantaloni), scarpe da ginnastica, stivalata Harley Davidson o per le più fortunate snickers Hogan, Fendi o Gucci e Vuitton. L’abbigliamento è pressochè simile tutti i giorni, forse variano gli accessori (foulard al collo SI/NO), o spesso anche un fermacoda se ha i capelli sporchi! Non manca la consueta cintura (messa in risalto dal maglioncino di una taglia in meno che si ferma all’ombelico), e la borsa bauletto.
“E pann pe ghì a ballà” della popola, rappresentano gli investimenti più pesanti che una ragazza tende ad effettuare! Gran parte di esse lavorano, quindi vige il motto: “io fatico, faccio e sacrifici, e quando vac a ballaà tutti m’hann guardà”. (Su questa citazione potrei scrivere un romanzo firmato col nome di uno scrittore Russo, ma finirei col distogliervi da questa lettura). Il vestito da soirée si sa che richiede molto studio e tempo, spesso si inciampa nell’errore di mettere la prima cosa che capita, ma la popola no! Lei tende a ricordare tutto ciò che ha messo nelle ultime settimane, con una memoria che va indietro nel tempo (memoria direttamente proporzionale alla quantità di vestiti nel suo armadio), e pur di cambiare con frequenza tende a comprare il famigerato “vestitino” ogni settimana (lei non ha capito ancora il trucco del: se cambio gli accostamenti, posso anche mettere le stesse cose due volte di seguito, e nessuno se ne accorge!) Il suddetto armadio è composto da : microvestitini dai colori più improbabili (il rosa va forte), calze velate, decolleté col tacco a spillo, abitini fiorati zebrati, maculati e chi più ne ha più ne metta) e soprattutto la micro pochette damier di Vuitton con catenina in oro.
E panni pe ascì, spesso confusi con quelli per quelli da discoteca, sono egualmente SECCSY, egocentrici e “AGGRESSIVE”, ma un vero intenditore non inciampa nell’errore. Si sa che se in discoteca si scoprono gambe e glutei, al cinema si coprono: Ma l’avranno capito che un leggins copre quanto una calza velata??!?! Per la vrenzola media il leggins è l’ancora di salvezza per apparire sciolta disinvolta e anche un po’ porca nelle situazioni tranquille, in cui tutti sono vestiti con “rigore” e lei può sentirsi una stella in mezzo al cielo. Il leggins che spesso attozzisce la figura, se la gioca bene grazie al tacco 15 con plateau, che rende anche le gambe più piccole e tozze, sempre più simili a quelle della Seredova. Giacca avvitata, top, orecchini , bracciali , collane, profumo e borsetta faranno da contorno a questa splendida visione!